Il prato dei sogni d'oro
Il Prato Magico dell’Unicorno
C’era una volta, in un piccolo villaggio nascosto tra le montagne, un bambino di nome Pietro. Pietro era un bambino vivace e curioso, sempre pronto a esplorare il mondo intorno a lui. Ma c’era un luogo che Pietro desiderava più di ogni altro vedere: il prato magico pieno di papaveri dorati.
Si diceva che questo prato fosse così bello e incantevole che chiunque vi si addormentasse avrebbe sognato i sogni più dolci e sereni. Ma c’era un problema. Il prato era custodito da un unicorno magico, un essere tanto bello quanto timido, che non permetteva a nessuno di avvicinarsi.
Pietro, però, non si lasciò scoraggiare. Aveva sentito le storie del prato e dell’unicorno fin da quando era piccolo, e il suo desiderio di vedere quel luogo magico era troppo forte. Così, una mattina, si avventurò nel bosco, deciso a trovare l’unicorno e il suo prato dorato.
Dopo molte ore di cammino, Pietro arrivò a un radura. E lì, proprio davanti a lui, c’era l’unicorno. Era ancora più bello di quanto avesse immaginato, con il suo manto bianco come la neve e il corno scintillante. L’unicorno lo guardò con occhi pieni di saggezza e di gentilezza.
Pietro si avvicinò con cautela, cercando di non spaventare l’unicorno. E poi, con voce tremante, disse: “Signor Unicorno, ho sentito parlare del tuo prato dorato. Potrei, per favore, vederlo?”
L’unicorno lo guardò per un lungo momento, poi annuì. “Sì, Pietro”, disse. “Ti porterò al prato. Ma devi promettermi una cosa. Devi rispettare il prato e i suoi abitanti. Non devi fare nulla che possa disturbare la loro pace.”
Pietro promise, e l’unicorno lo condusse attraverso il bosco, fino a un prato che brillava sotto il sole. Era pieno di papaveri dorati, così belli che Pietro rimase senza fiato.
L’unicorno lo aiutò a sdraiarsi tra i fiori, e Pietro si addormentò quasi subito. E mentre dormiva, sognò. Sognò di volare tra le nuvole, di nuotare nei fiumi di cioccolato, di giocare con le fate e gli gnomi. Fu il sonno più profondo e sereno che avesse mai avuto.
Quando si svegliò, l’unicorno era ancora lì, a vegliare su di lui. Pietro ringraziò l’unicorno per avergli permesso di sognare in quel prato magico, e promise di rispettare sempre la natura e le sue creature.
Da quel giorno, Pietro divenne un amico dell’unicorno e del prato dorato. E ogni volta che si addormentava tra i papaveri, sognava sogni meravigliosi e sereni.
E così, Pietro imparò che la bellezza e la magia esistono nel mondo, ma che bisogna rispettarle e proteggerle. E l’unicorno, a sua volta, trovò un amico in Pietro, un bambino che aveva dimostrato di essere degno del suo prato dorato.
E vissero tutti felici e contenti, in un mondo pieno di sogni dorati e di unicorno magici.