La leggenda della buonanotte
La leggenda della buonanotte tra i cuccioli d’unicorno
C’era una volta, nel vasto regno scintillante di Arcobaleno brillante, un gruppo di cuccioli d’unicorno di varie forme e dimensioni. Ogni sera, prima di addormentarsi, i cuccioli si radunavano intorno alla grande, maestosa unicorno Arcobaleno, la piú madre di tutte le madri unicorno, per ascoltare una delle sue meravigliose storie.
In una di queste serate stellate, Arcobaleno, con la sua voce dolci e raccolta, iniziò a narrare una storia che i cuccioli non avevano mai sentito prima, una storia che raccontava l’origine magica della buonanotte.
Il cucciolo di unicorno e la fatina della notte
“Molto tempo fa”, iniziò Arcobaleno, “quando la luna e le stelle erano solo attese e la notte era solo un manto grigio e scuro, viveva un cucciolo d’unicorno chiamato Luce. Luce era un unicornetto vivace, curioso e allegro con un brillante corno dorato che risplendeva come il sole al meriggio”.
“Nonostante la sua gioia e il suo spirito vivace, Luce era triste. Non poteva capire perché, dopo tramonto, tutto diventasse così buio e cupo. ‘C’è qualcosa di speciale nell’oscurità?’ si chiedeva, ma non trovava risposta”.
Un giorno, Luce decise di partire in un viaggio per trovare una risposta alla sua domanda. Dopo molti giorni e notti, si imbatté in una piccola fatina della notte di nome Sogni. Sogni aveva piccoli occhi luminosi di un profondo blu notte, e un piccolo bastone incantato che emanava una dolce luce azzurra.
L’incanto della notte
Quando Luce chiese la ragione della notte a Sogni, la fatina rispose con un sorriso dolce: “L’oscurità non è da temere, è un momento di pace e tranquillità. È un tempo per sognare e per riposare, per ringiovanire e rigenerare. Ma se il buio ti spaventa, posso mostrarti un piccolo incanto”.
Sogni agitò il suo bastone incantato e si innalzò un lieve vento, che portò con sé un suono melodioso. Man mano che il vento si muoveva, piccole luci iniziarono a brillare nel cielo: erano le stelle. Poi, una luce più grande e morbida illuminò il cielo: era la luna.
Il dono della buonanotte
Sogni si voltò verso Luce e disse: “Ecco a te la notte. Non è più oscura e tetra, ma piena di pacifiche luci brillanti. Quando guardi la luna e le stelle, ricorda che è tempo di sognare e riposare, di abbandonarti a dolci sogni fino all’alba”.
Luce fu molto felice. Ringraziò Sogni per il suo dono e promise di condividere questa magia con tutti gli unicorni. Da quel giorno, ogni sera, Luce salutava la notte con gioia e disse a tutti gli unicorni di fare lo stesso.
Un saluto speciale alla notte
“Ed è così”, concluse Arcobaleno, “che nacque la magica tradizione della buonanotte. Ogni sera, prima di andare a dormire, noi unicorni guardiamo la luna e le stelle e auguriamo loro una buona notte, con gratitudine e rispetto per il riposo che ci offrono”.
I cuccioli d’unicorno rimasero in silenzio, in ammirazione per la storia che avevano appena sentito. Poi, uno dopo l’altro, alzarono la testa, guardarono la luna e le stelle e offrirono loro il loro saluto: “Buona notte, Luna. Buona notte, stelle. Grazie per la pace e i sogni”.
E con un sorriso sulle loro facce e i cuori pieni di allegria e gratitudine, i cuccioli d’unicorno si addormentarono, sognando di luccicanti stelle e morbide lune, aspettando con ansia una nuova giornata di avventure e scoperte.
Così si conclude la leggenda della buonanotte tra i cuccioli d’unicorno, una storia che rimane nel tempo e arriva fino a noi, ricordandoci di apprezzare la magia di ogni tramonto e di ogni notte stellata.