La canzone della buonanotte
Una mamma unicorno canta una ninna nanna per i suoi cuccioli
In una valle rischiarata dalla luce dorata del vespero, viveva una mamma unicorno chiamata Luna. La sua pecoreccia bianca luccicava nell’oscurità, il suo unico ma possente corno, simbolo di pura magia, troneggiava in alto adornando la sua testa nobile e delicata. Luna aveva tre cuccioli graziosi e vivaci: Sole, le cui tinte calde imitavano la luce del giorno; Stella, con colori chiari e brillanti come una cometa; e Sogno, color opale con sfumature di arcobaleno che strisciavano sulla sua pelliccia verso l’alto come una vera danza di colori.
Ogni sera, quando il cielo si immergeva in un susseguirsi di colori e il sole appena accennava ad abbandonare il cielo, Luna raccontava storie alla sua prole e cantava dolci ninne nanne. Questo era il loro momento speciale, quando i raggi dell’astro del giorno morente accarezzavano la loro pelle soffice e morbida, avvolgendo la loro casetta nella luce oro-rosacea del tramonto.
Questa sera, Luna aveva scelto di raccontare una storia di coraggio ed empatia. Una storia in cui un cucciolo di unicorno, non diverso dai suoi piccoli, affrontava un ostacolo coraggiosamente e, contro ogni previsione, mostrava gentilezza.
La storia cominciava così: “C’era una volta, in una landa lontana, un piccolo unicorno di nome Fulmine. Aveva un cuore indomito e un desiderio ardente di esplorare. Un giorno, durante uno delle sue avventure, si trovò faccia a faccia con un feroce drago di nome Fuoco. Tutti nel villaggio temevano Fuoco. Tuttavia, Fulmine non scappò. Guardò negli occhi di Fuoco e vide paura."
Per un momento Luna si fermò, i cuccioli erano in trepidante attesa. Senza perdere tempo, continuò: “Fulmine, anziché attaccare, parlò al drago. Scoprì che Fuoco non era per nulla cattivo, ma era solo spaventato e solo. Fulmine mostrò coraggio, non solo affrontando una creatura temuta da tutti, ma dimostrando gentilezza e comprensione.”
Una volta finito di raccontare la storia, Luna iniziò a cantare la loro ninna nanna preferita, una melodia dolce come il miele e tranquilla come il bisbiglio del vento. Sole, Stella e Sogno, ascoltavano con attenzione, i loro occhi luminosi come gemme, pieni di ammirazione e di riflessione sulla storia appena raccontata.
Man mano che la ninna nanna rendeva la loro vista sempre più pesante e le loro piccole gambe cominciavano a cedere sotto di loro, Luna li strinse a sé, le loro corpicini affondavano nel suo manto caldo e soffice. In men che non si dica, erano calmi e rilassati, nel sonno profondo e pacifico che solo una ninna nanna può dare.
Ed è così che ogni sera si concludeva per Luna e i suoi cuccioli. Nella quiete serena del bosco, con il cielo stellato come un baldacchino sopra di loro e la luna piena che vegliava su di loro. Il rito della mamma unicorno e dei suoi cuccioli una storia cantata, una ninna nanna fatta di dolci melodie e l’insegnamento di preziose lezioni di vita.
Era un vero dono, un vortice di pace che avvolgeva il loro cuore, dandogli sicurezza nel sonno, nella notte e nel gioco di luce lunare, dondolandoli addormentati dai raggi di luna e dal caldo affetto di una mamma, pronta a difendere i suoi piccoli fino all’ultimo respiro.
E nonostante l’oscurità avanzasse e l’aria diventasse più fredda, mamma Luna vegliava sui suoi cuccioli, la sua voce era l’unica melodia che risuonava nella notte silenziosa. Ed ogni cucciolo, Sole, Stella, e Sogno, sapevano che potevano sempre contare sulla mamma unicorno, la madre più coraggiosa e amorevole che avrebbero potuto chiedere.
La luna chiara nel cielo pareva accarezzare i cuccioli con i suoi raggi gentili, quasi a dire che anche i cieli vegliavano su di loro con il calore di una madre. E con questo pensiero rassicurante, i cuccioli dormivano serenamente, le loro piccole espressioni serene e il loro respiro leggero erano la più dolce melodia per Luna, la melodia dell’amore infinito di una madre per i suoi cuccioli.
Alla fine, anche Luna si addormentò, il petto placido, la mente serena e un sorriso dolce sulle labbra. Sapeva che l’amore, l’ortaggio ed il coraggio erano il regalo più grande da lasciare ai propri cuccioli.
E così, sotto il caldo manto stellato, Luna e i suoi cuccioli dormivano tranquilli, cullati dalla melodia sottile del vento e delle stelle, dalle dolci carezze della mamma unicorno e dalla sicurezza di un nuovo, radiente giorno che li attendeva. E sebbene le sfide li aspettassero, sapevano anche che non sarebbero mai state sole, per mamma Luna sarebbe sempre stata con loro, incoraggiandoli e proteggendoli con tutto il coraggio e l’amore di una madre. Quello era il prezioso insegnamento del suo racconto serale, un insegnamento che avrebbero portato con sé per sempre.