Il sogno di un piccolo unicorno nel suo lettino

C’era una volta un unicorno meraviglioso che viveva in un grande prato, circondato da alberi pieni di fiori colorati. Forse perché non voleva diventare come tutti gli unicorni pagani, che si divertivano a correre insieme, saltare e giocare a nascondino, quella sera decise di andare a dormire.

Una volta sdraiato, cominciò a sognare di essere un bambino allegro e allegro come il suo carattere. Si svegliò l’indomani mattina con l’entusiasmo di un bambino pieno di vita, pronto ad affrontare la giornata. Si alzò in piedi e si mise a correre attraverso il prato, in direzione di un campo aperto pieno di insetti, farfalle e boccioli di fiori. La sua aria di gioia era contagiosa e le api avevano cominciato a seguirlo, circondandolo con una nube di colori e profumi. Era divertente e felice, come un bambino in un mondo di meraviglie.

L’unicorno corse gioiosamente per chilometri e chilometri, scoprendo una natura selvaggia e incontaminata, oltre che un’incredibile varietà di creature selvatiche. Si fermò solo quando giunse a un piccolo lago, costeggiato da alberi e rocce, dove decise di fare il bagno. La sensazione di libertà e di pace che provò fu qualcosa di indescrivibile e indimenticabile.

Quando ebbe finito di fare il bagno, l’unicorno si guardò attorno e notò che una luce bianca al centro del lago stava brillando, come se qualcuno avesse bisogno del suo aiuto. Allora, con coraggio, si immerse nel lago e nuotò fino alla luce, che si rivelò essere una bellissima conchiglia traslucida. Quindi prese la conchiglia tra le zampe e avvertì una voce provenire dal suo interno che lo chiamava per nome. La voce lo esortò a recarsi al monte Yonder, un luogo leggendario dove, giurò, l’unicorno avrebbe trovato tutte le risposte che cercava.

Con animo intrepido e curioso, l’unicorno percorse a cavallo il lungo cammino fino al monte Yonder, dove trovò un grande albero di mele d’oro. Su uno dei rami più alti era appollaiata una bellissima creatura di cristallo, la quale si presentò come la dea della gioia. Ella spiegò all’unicorno che la conchiglia che aveva ritrovato nel lago era un portafortuna, e che la dea della gioia gli avrebbe garantito di essere sempre felice, se fosse stato in grado di mantenere la sua promessa di vivere con gioia.

L’unicorno accettò volentieri questa dedizione ed iniziò a cavalcare il suo prato divino, vivendo in armonia con tutti gli animali e le creature che incontrava. I suoi sogni diventarono realtà, e da allora visse felice e serenamente per sempre nel suo prato incantato.